Quanto mi rassomigli
e quanto
t’assomiglio,
mamma.
Ti guardo
come facevi tu
quand’io
piccina, giacevo nella culla
addormentata.
Ritornano d’allor
voci lontane,
frammenti,
ricordi,
sapori, odor
di latte …
Ed oggi s’invertono le cure,
da figlia quasi
madre ti sono.
La ninna
nanna ti vorrei cantare,
ma non oso …
Osservo la
tua testa bianca,
il volto dolce,
benché invecchiato
e stanco.
E quasi
impercettibili io vedo
le stesse
mie movenze nel tuo sonno
i tratti del
tuo viso, come i miei …
Quanto mi
rassomigli
e quanto t’assomiglio,
mamma.
Dormi, come bimba appari,
ma quando ti
risvegli
ritorni ad
esser madre
ed è così che voglio,
così mi
rassicuri.
Raccogli la
tua voce
e poi mi raccomandi,
chiedi per
te preghiere,
per quell’ultimo
viaggio,
che possa
esser sereno,
se il
Signore chiamarti a sé volesse,
o perché forza Lui donar ti possa
per procedere ancora
nel tuo
cammino qui, su questa terra.
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